Quello che più mi affascina della trasformazione è il focus sugli outcome di progetto. Questo è in un certo senso nuovo perché il project management si è tradizionalmente sempre focalizzato sugli output. Focalizzarsi sugli outcome significa allontanarsi da un approccio di processo che può essere considerato il segno distintivo delle versioni precedenti del PMBoK e ne è stato il focus principale fin da quando ricordi di far parte del PMI.
I processi non saranno più parte del nucleo del PMBoK ma diventeranno parte degli standards + platform PMI. Non fraintendetemi: non sto dicendo che i processi non siano importanti. Un processo è un’attività, o una serie di attività, che converte un input in un output attraverso lo svolgimento di un lavoro. I processi esistono per aggiungere valore, per raggiungere e soddisfare le richieste dei clienti. Sono fondamentali per raggiungere gli outcomes desiderati. Tuttavia, quando i risultati sono in prima linea, costringono i PM ad avere già chiaro il punto di arrivo. Come disse uno dei miei guru di vita:
In uno dei miei articoli precedenti (Golden Circle in Project Management), ho spiegato che in quanto Project Manager spesso cadiamo nella trappola di concentrarci troppo su output, risultati finali e processi. Questo perché la vera natura del nostro lavoro si concentra sull’aderire ad una metodologia. Ci focalizziamo sul “fare le cose giuste” attraverso un sottoinsieme di processi (il “COME”), pur ottenendo il risultato del piano (il “COSA”).
A questo proposito, mi piace come l’approccio del nuovo PMBoK aiuterà a reindirizzarci verso gli outcome (il “PERCHÉ”) del fare le cose. Aiuta a concentrarsi su outcomes vs output (e a portarli un gradino avanti verso i benefici). Il PMBoK sta spostando il punto focale dagli output agli outcome, per spiegare questo concetto, vorrei condividere con voi le definizioni, sebbene queste provengano da PRINCE2, che credo sottolineino questo concetto in modo più efficace.
L’outcome thinking è orientato ai risultati. É un cambiamento comportamentale che a molti richiederà di pensare diversamente. Alcuni Project Manager, che hanno trovato la loro comodità nei processi, saranno spinti fuori dalla loro comfort zone per utilizzare giudizio ed esperienza per guidare l’outcome-thinking piuttosto che rifugiarsi all’interno di una metodologia. Enfatizzare gli outcome aiuterà a favorire una generazione di Project Manager con già chiaro il punto di arrivo piuttosto che il rispetto dei processi. Questo ci aiuterà a ri-pensare a come approcciamo il nostro lavoro.
Molti professionisti in project management hanno cercato comfort nella stabilità e certezza dei processi. Nel mondo del passato, gestire l’incertezza richiedeva una impostazione strutturata di prevedibilità incentrata sul processo. Questo non è più sufficiente, nel nostro mondo senza precedenti, dirompente e imprevedibile – abbiamo bisogno di sviluppare l’istinto per il project management. Il mondo in cui viviamo oggi è molto più complesso di quanto sia mai stato. Richiede di focalizzarsi sugli outcome e di adattare vari strumenti, tecniche e metodologie per raggiungere obiettivi strategici.
Nessuna metodologia è garanzia di successo – e non le è mai stata. Seguire dei processi non è mai stato sufficiente. Ecco perché quando parlo del nuovo PMBoK come un approccio un po’ rivoluzionario, è perché lo sarà – e io non vedo l’ora che arrivi questa nuova era. A molti di noi che sono stati educati con un approccio al processo richiederà di disimparare alcuni pensieri convenzionali. Ci richiederà di essere audaci e di osare nel deviare dal pensiero convenzionale. Non mi sono mai considerato un ribelle – ma per adattarmi alle nuove realtà di oggi e iniziare ad interiorizzare i metodi di lavoro della settima edizione del PMBoK, penso che dovrò mettere alla prova questo status quo e diventare un PM rebel.
In conclusione: Siate audaci – e abbiate il coraggio di cambiare per raggiungere il risultato!
Il prossimo capitolo di questo viaggio riguarderà lo sviluppo di competenze e le skill necessarie per supportare una mentalità orientata ai risultati. Questo è ciò che il PMI sta definendo “Power Skill”. Recentemente ho guardato un video su un evento del PMI Madrid Chapter, presentato da Ashwini Bakshi. È stato a dir poco di ispirazione ma quello che ha davvero catturato la mia attenzione è stata l’evoluzione del PMI Talent Triangle attraverso le cosiddette “Power Skill”. Queste competenze sono uniche e si concentrano meno sulle skill tecniche tradizionali di project management e comprendono tra l’altro:
- Empatia
- Leadership collaborativa
- Creatività
- Umiltà e autenticità
Questo è di grande ispirazione e, ancora, una deviazione dalla norma nelle competenze di project management.
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