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IscrivitiQuello della Great Resignation è un tema sicuramente molto sentito in questo periodo e che dall’America è arrivato fino a noi. Ma di cosa si tratta? Come si è evoluto in Italia? E come un’azienda può fare retention di risorse di valore?
Great Resignation indica un fenomeno iniziato negli Stati Uniti in seguito alla pandemia COVID-19 per il quale moltissimi professionisti in ogni ambito hanno deciso di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi alla ricerca di un equilibrio più salutare con la vita personale, nella maggior parte dei casi senza un piano di riserva come “paracadute”.
Il fenomeno ha raggiunto numeri record mai registrati prima: alcune recenti analisi condotte dal professor Ian Cook, che ha analizzato oltre 9 milioni di lavoratori in più di 400 aziende, hanno rivelato due trend principali:
La pandemia ha sconvolto le vite di tutti noi, ma se è possibile comprendere i motivi per cui il personale sanitario abbia deciso di cambiare professione dato il grande impegno fisico, emotivo e psicologico richiesto loro, perché il fenomeno della Great Resignation ha colpito anche altri settori?
Perché il settore tecnologico è quello più colpito?
Perché industrie di servizi come il commercio al dettaglio, l’ospitalità, il servizio alimentare, ecc… continuano a vedere record di lavoratori lasciare il lavoro?
Per quale motivo la domanda di questi posti di lavoro e il mantenimento stanno scomparendo dal mercato del lavoro?
Ovviamente è facile capire perché i settori di commercio al dettaglio, ristorazione e simili abbiano risentito di questa situazione: lavorare a stretto contatto con il pubblico in questa situazione si è rivelato estremamente stressante e difficile e sicuramente il rapporto tra qualità della vita (e rischi) & salari in molti casi non è stato percepito come equo.
Parlando invece dei cosiddetti white-collar, la pandemia ha (nonostante tutto) offerto nuovi vantaggi e metodi di lavoro: lo smart-working ha infatti portato a maggiore flessibilità, possibilità di organizzare al meglio vita privata e professionale oltre a tutti i vantaggi, sia a livello economico che di tempo, per i pendolari.
Dopo aver sperimentato nuove modalità e strutture lavorative, dopo aver capito che si può essere ugualmente produttivi da qualsiasi parte nel mondo, moltissimi “lavoratori da scrivania” hanno quindi deciso di lasciare il posto di lavoro stabile e dedicarsi ad una vita più avventurosa cercando opportunità lavorative che venissero loro incontro, spesso diventano freelance.
Sebbene in ritardo rispetto a quanto successo negli Stati Uniti, anche in Italia si è verificato il fenomeno della Great Resignation: nei primi 9 mesi del 2021 più di 1 milione e 300 mila professionisti hanno infatti lasciato il posto di lavoro, una cifra che supera di oltre il 30% quella dell’anno precedente.
Fonte: “Assunzioni e cessazioni: qualcosa si muove nel mercato del lavoro italiano”, report realizzato da Area Studi Legacoop e Prometeia nel progetto di ricerca Monitor Fase 3.
Non è invece d’accordo sull’importanza di questo fenomeno la Banca d’Italia, che ha rilasciato i seguenti dati:
Fonte: Il mercato del lavoro: dati e analisi Le Comunicazioni obbligatorie
La percezione del fenomeno cambia sensibilmente in base alle diverse fonti, ma la Great Resignation non è sicuramente un evento da sottovalutare: le aziende devono impegnarsi a fondo per riuscire a fare retention di risorse in modo efficace. I professionisti sono sempre più consapevoli delle possibilità che il mondo del lavoro garantisce loro e riuscire a rendere i dipendenti soddisfatti e in un ambiente di lavoro che rispecchi le loro aspettative.