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IscrivitiIl cambiamento climatico è un argomento sempre più presente e un’emergenza a cui soprattutto le nuove generazioni fanno particolarmente attenzione. Per questo motivo, il mondo del Project Management sta cambiando e si stanno presentando nuove necessità di sviluppo a partire sia dal basso, ovvero dai professionisti e dalle organizzazioni stesse, che dall’alto tramite organizzazioni e istituzioni sia nell’ambito del Project Management che della salvaguardia climatica.
Da un punto di vista che risulta ormai limitato, i progetti hanno come obiettivo quello di “raggiungere un obiettivo e fare ciò che serve”, ma i progetti non riguardano solo aspetti operativi ed esecutivi ed hanno anche un impatto strategico e politico-culturale.
Il project management ha due tipologie di ruolo:
In quest’ottica, possono essere individuati due tipologie di progetti:
Il pendolo delle capacità deriva dal fatto che un’organizzazione necessita di entrambe queste tipologie di progetto: la direzione strategica di progetti esplorativi porta a sviluppare e apprendere nuove competenze e tecniche, fare scoperte, entrare in nuovi mercati e dare il via a trasformazioni industriali. Questo si traduce in abilità che se efficienti diventano BAU entrando di fatto nell’organizzazione, cambiando ed evolvendo il mondo del Project Management.
Le pratiche non riguardano solo il come e il quando, ma hanno anche un forte impatto su perché, cosa e chi.
Ma ci sono delle pratiche in particolare che troviamo in progetti esplicitamente focalizzati sul cambiamento climatico?
La Climate Action dell’European Commission, ovvero la Direzione generale per l’azione per il clima dell’Unione Europea, ha pubblicato delle linee guida sul lavoro dei project manager in ambito climatico: Guidelines for Project Managers: Making vulnerable investments climate resilient.
Queste linee guida si riferiscono a progetti a lungo termine con una durata maggiore di 20 anni e che appartengano a una di queste due tipologie:
Nel 1987 durante la UN World Commission on Environment and Development è stato prodotto un report, conosciuto come Brundtland Report all’interno del quale sono state teorizzati tre pilastri dello sviluppo sostenibile:
L’ambiente è solo uno dei pilastri fondamentali per raggiungere una sostenibilità reale ed efficace. Il lavoro dei Project Manager deve quindi essere integrato a 360° con i concetti di sostenibilità. Certo, partire da attività reali per combattere l’emergenza climatica è un primo grande passo, ma non bisogna dimenticare qual è il vero obiettivo finale, ovvero la sostenibilità al 100%.
In concreto, quali sono i primi passi che un Project Manager deve compiere per diventare parte attiva nella lotta al cambiamento climatico?
Se si vuole trovare un beneficio di carattere business nell’impegno alla sostenibilità, questo è sicuramente da ricercare nella brand reputation: aziende che promuovono la sostenibilità e lottano attivamente contro il cambiamento climatico sono meglio percepite da potenziali clienti.
Questo approccio indirizzato all’attenzione per il clima e l’ambiente si rivela vincente soprattutto con le giovani generazioni, futuri clienti affezionati. Assicurarsi una forte brand reputation è sicuramente una carta vincente per affermarsi sul mercato internazionale, soprattutto nell’era della comunicazione.
Abbiamo raccolto paper, report e webinar per aiutarti ad approfondire l’argomento nel caso fossi interessato alle evoluzioni di questo aspetto: