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IscrivitiSecondo la definizione classica da dizionario, la procrastinazione è la tendenza a posticipare, rinviare, procrastinare.
Nel 2013 Katrin Klingsieck si è interessata alle analogie tra le definizioni, come la nozione di intenzione, di ritardo o di disagio soggettivo. In sostanza, definisce la procrastinazione come il ritardo volontario di un’attività importante, attesa o necessaria, nonostante la probabilità che le conseguenze negative superino le conseguenze positive di questo stesso posticipare.
La parola “procrastinazione” è apparsa intorno al XVesimo secolo e trae la sua origine al latino (crastinus = domani). Al tempo con la parola “procrastinazione” si indicava la tendenza a ritardare le decisione. A poco a poco la parola è andata in disuso per poi tornare di moda nel corso del XIXesimo secolo, in particolare dopo la pubblicazione del romanzo À l’ombre des jeunes filles en fleur (All’ombra delle fanciulle in fiore) di Marcel Proust. L’autore, infatti, in questo romanzo descrive in maniera magistrale il concetto di procrastinazione senza utilizzare una sola volta il termine generale.
Una persona che tende a rimandare tutto al giorno dopo viene definita “procrastinatore” o “procrastinatrice”.
Ma tranquilli: la tendenza a rimandare tutto all’indomani ha anche un opposto, ovvero la tendenza a fare tutto subito e questo di certo meglio! Il contrario della procrastinazione viene definito “precrastinazione”.
Secondo uno studio condotto da YouGov, più di una persona su due afferma di procrastinare regolarmente. Una pratica particolarmente diffusa tra gli studenti, che per il 79% si auto definiscono procrastinatori, contro il 44% dei pensionati.
Tra i lavoratori la tendenza è addirittura quella di procrastinare un’ora per giorno di lavoro! Nel giro di circa 40 anni la procrastinazione sarà così aumentata dal 300% al 400% secondo quanto approfondito da Diane Ballonad Rolland nel libro J’arrête de procrastiner, 21 jours pour arrêter de tout remettre au lendemain (Smetto di procrastinare – 21 giorni per smettere di rimandare tutto all’indomani).
Il fenomeno è talmente ampio che nel 2010 in Francia una piccola casa editrice ha istituito la giornata mondiale della procrastinazione, che si celebra ogni 25 marzo.
I diversi studi realizzati in questo ambito hanno tristemente concluso che le persone tendono a procrastinare per spendere del tempo su internet guardando video, scrollando i social o semplicemente dormendo. Ma perchè allora si sente il bisogno di procrastinare?
Quello della procrastinazione è un fenomeno oggetto di numerosi studi da diversi anni. Nel 1984 Solomon e Rothblym hanno avanzato la teoria secondo la quale “l’ansia generata dal timore di non essere all’altezza delle aspettative degli altri o delle proprie aspettative, così come il carattere avverso del lavoro, sono in gran parte responsabili della tendenza ad evitare di svolgere un determinato compito”. Nel 2020, oltre 20 anni dopo, Dewitte e Schouwenburg concludono che una parte della procrastinazione è dovuta alla mancanza di concentrazione e alla propensione ad essere distratti.
A livello concreto, ci sono ancora molte cose che non si conoscono, tuttavia sono state avanzate alcune teorie interessanti:
In occasione di un TED Talk, Tim Urban, autore del blog “Wait but why”, ha spiegato che secondo lui esistono due tipi di procrastinazione:
Abraham Lincoln diceva: “Non potete scappare alle responsabilità di domani evitandole oggi.”
Allora come smettere di cercare delle scuse e di rimandare a più tardi quello che può essere fatto subito?
Le tecniche agili sono ideali per lottare contro la procrastinazione! Tra le più conosciute ci sono sicuramente la tecnica di prioritizzazione MOSCOW e il timeboxing o anche Kanban.